Quest'anno, per celebrare la "giornata della memoria", non voglio andare lontano da casa, non voglio ricordare solo i milioni di ebrei che persero la vita...no!
Voglio parlarvi brevemente di una piccola città del Salento: Nardò, un comune italiano di 32.000 abitanti della provincia di Lecce.
Perché?
Perché forse molti di voi non sanno che, nella commemorazione della Giornata della Memoria del 2005, il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi conferì, motu proprio ("di propria iniziativa"), alla Città la Medaglia d'Oro al Merito Civile
"Negli anni tra il 1943 ed il 1947 nel territorio di Nardò, in particolare nelle località delle Cenate, Mondonuovo, Santa Caterina e Santa Maria al Bagno, furono accolti migliaia di profughi, di diversa nazionalità.
Dopo gli Slavi, provenienti dalle varie località di confino e che rientrarono in Patria non appena i Balcani furono liberati, affluirono gli Ebrei che avevano trovato rifugio e protezione presso famiglie italiane, poi quelli provenienti da varie località italiane e dai campi di internamento, liberati dagli Alleati. Gli Ebrei arrivarono soprattutto dal centro Europa, dopo l'apertura dei vari campi di concentramento e di sterminio: giunsero a Nardò Polacchi, Austriaci, Tedeschi, Ungheresi, Rumeni, Albanesi, Slovacchi, Russi, Macedoni e Greci.
I profughi furono ospitati nelle abitazioni e nelle ville requisite agli abitanti di Nardò: non se ne conosce il numero preciso, ma si sa che furono migliaia. Numerose, a riguardo, le toccanti testimonianze di sopravvissuti, raccolte anche in varie pubblicazioni: Samuel GOETZ, ebreo polacco, in I Never Saw My Face, Rutledge Book, inc. 2001, evidenzia la svolta avvenuta, nella sua travagliata esistenza, proprio a S. Maria al Bagno, dove riuscì a dimenticare «lo squallore dei campi di concentramento». Anche Moshe RON, in Odissea Modernit, Gerusalemme 1999 e Gertrude GOETZ, in Memory of Kindness – Growing up in war torn Europe, Los Angeles 2000, ricordano il periodo trascorso nel nostro territorio.
Nardò vide in quegli anni anche i futuri protagonisti delle vicende politiche dello Stato d'Israele, come Dov Shilanski, deputato al Parlamento d'Israele (Knesset) dal 1977 al 1996, poi Presidente dal 1988 al 1992.
Secondo alcune testimonianze furono presenti anche David Ben Gurion , all'epoca Presidente dell'Organizzazione ebraica mondiale e nel 1948 guida politica per la proclamazione dello Stato d'Israele e Golda Meir , futuro Primo Ministro e leader politico dello Stato d'Israele.
Fu importante il ruolo della popolazione neretina nell'opera di assistenza agli ebrei liberati dai campi di sterminio: la popolazione locale accolse i profughi e ne alleviò le sofferenze, pur vivendo essa stessa anni durissimi di privazioni, segnati dalla guerra e dalla carenza di ogni genere di conforto.
I profughi poterono in quegli anni professare la propria religione e le proprie tradizioni: in S. Maria al Bagno era stata infatti allestita la Sinagoga, e funzionavano la mensa e il centro di preghiera per bambini e orfani; il Kibbutz "Elia" era nella vecchia Masseria Mondonuovo, e il Municipio nella villa Personè (attuale villa De Benedittis). Erano, in sostanza, assicurati tutti i complessi servizi necessari alla vita di una comunità di tali dimensioni, tra i quali l'ospedale e il servizio postale; i più giovani poterono frequentare le scuole e furono utilizzati anche spazi per lo sport, come campi di calcio.
Furono circa 300 i matrimoni celebrati in quel periodo, alcuni misti. Una giovane neretina, Giulia My, recentemente scomparsa, sposò Zivi Miller, ebreo rumeno, autore dei tre murales che si conservano in S. Maria al Bagno, in cui racconta della storia sua personale e di altre centinaia di ebrei, liberati dai campi di concentramento, fino all'arrivo a Santa Maria al Bagno."
di Giacinto Seccia. Basta dare uno sguardo a un murales vicino Nardò per capire lo stato d’animo di quei profughi ebrei che, scampati all’Olocausto, trovarono rifugio nelle terre pugliesi prima di emigrare da clandestini verso la Palestina e fondare il tanto agognato Stato ebraico nel 1948. Chi lo dipinse su quel muro, anticipò la storia a modo suo. Il murales raffigura una cartina con l’Italia, tante persone in attesa, e una freccia che si protende verso una grande stella di David. Esiste tutt’ora conservato in un museo.
Il Salento fu solo la prima terra di incontro per quei profughi perché, a sostare nei campi per rifugiati (I.R.O.) di Bari Palese, Barletta e Trani, furono in migliaia fino al 1949. E da queste località si organizzava l’espatrio verso la “terra promessa” grazie alla posizione strategica che rese la Puglia in breve tempo la base principale dell’emigrazione clandestina ebraica (Aliya Bet).
Le partenze dei clandestini avvenivano da Bari e Taranto, ma anche da altri porti d’Italia da cui era possibile eludere i controlli. Il porto di La Spezia, per esempio, venne ribattezzato “la porta di Sion”. Ma questi viaggi non sempre andavano a buon fine. In quei “respingimenti” di allora, gli inglesi, dopo aver intercettato le navi dei profughi, ne impedivano lo sbarco rispedendole ai porti di partenza.
La Puglia non fu solo il crocevia dell’Aliya Bet perché, sempre da Bari, partivano numerosi carichi di armi destinate ai paesi arabi. Tutto sotto l’occhio di quello che poi sarebbe diventato il Mossad che, oltre ad organizzare le partenze dei profughi, riusciva ad ostacolare i traffici di armi. L’episodio simbolo è di certo l’affondamento del mercantile italiano Lino tra Molfetta e Bari nel ’48. Le armi che trasportava non giunsero mai ai siriani.
Gli ultimi profughi lasciarono il territorio nel 1947.
"Il Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, in occasione del 27 gennaio, Giornata Nazionale della Memoria, ha conferito motu proprio la Medaglia d'oro al Merito Civile al Comune di Nardò.
La Medaglia è stata consegnata il 25 aprile 2005, in occasione del Sessantesimo Anniversario della Liberazione con questa motivazione: "Negli anni tra il 1943 e il 1947, il Comune di Nardò, al fine di fornire la necessaria assistenza in favore degli ebrei liberati dai campi di sterminio, in viaggio verso il nascente Stato di Israele, dava vita, nel proprio territorio, ad un centro di esemplare efficienza. La popolazione tutta, nel solco della tolleranza religiosa e culturale, collaborava a questa generosa azione posta in essere per alleviare le sofferenze degli esuli, e, nell'offrire strutture per consentire loro di professare liberamente la propria religione, dava prova dei più elevati sentimenti di solidarietà umana e di elette virtù civiche."
Assisi e Nardò sono le uniche Città in Italia finora premiate con il massimo riconoscimento per la Giornata della Memoria."
Tanta gente ha sofferto, tanta gente è morta, ma tanta gente ha trovato la salvezza nella mia terra!
Dico ciò con un moto di orgoglio nel cuore
Sono cose importanti da far sapere in tutta Italia!!!
FONTE:
http://www.noaweb.it/index.php/2009/10/03/586/#more-586
http://www.comune.nardo.le.it/index.php?option=com_content&task=view&id=288&Itemid=65
http://www.quirinale.it/elementi/DettaglioOnorificenze.aspx?decorato=144530
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