Era il 21 luglio 2011 quando, in seconda serata su una delle reti Rai, ho sentito per la prima volta il nome di Goliarda Sapienza.
Ero in quel di Parma, a casa di mio fratello, e non riuscivo a prendere sonno.
Ho acceso la Tv..e facendo un po' di sano zapping mi sono poi ritrovata a seguire la sua storia, e ad appuntare sul cell, in mancanza della mia inseparabile agenda (era nella borsa appesa dietro la porta e io ero stesa nel letto...capite che la voglia di alzarsi e prenderla era pari a zero :D), alcuni titoli di suoi libri più conosciuti: "Lettera aperta", "Il filo di mezzogiorno", "L'arte della gioia", "L'università di Rebibbia"...
Girovagando un po' su internet ho trovato questa sua poesia, e ho deciso di condividerla qui nel mio personale "angolo" :)
NON SAPEVO
Non sapevo che il buio
non è nero
che il giorno
non è bianco
che la luce acceca
e il fermarsi è correre
ancora
di più
Ognuno avrà la sua interpretazione in merito, ma con quel "fermarsi è correre ancora di più" Goliarda, per me, ha voluto dire che non è vero che chi si ferma, rimane immobile nel proprio stato, o nel medesimo luogo. Ci si può fermare e correre con la fantasia, vivere attraverso di essa un'altra realtà...Perché fantasticare non vuol dire necessariamente uscire fuori dalla realtà, ma anche crearsene un'altra e cercare tutti i modi possibili per viverla.
Per la serie: chi si ferma è perduto?...Delle volte no. Chi si ferma, magari cerca solo un punto di vista diverso per affrontare le cose!
FONTE:
http://www.parliamoneinsieme.it/parliamoneinsieme.it/Non_sapevo.html
http://www.enciclopediadelledonne.it/
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