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mercoledì 1 febbraio 2012

L'angolo della poesia 16

Era il 21 luglio 2011 quando, in seconda serata su una delle reti Rai, ho sentito per la prima volta il nome di Goliarda Sapienza.
Ero in quel di Parma, a casa di mio fratello, e non riuscivo a prendere sonno.
Ho acceso la Tv..e facendo un po' di sano zapping mi sono poi ritrovata a seguire la sua storia, e ad appuntare sul cell, in mancanza della mia inseparabile agenda (era nella borsa appesa dietro la porta e io ero stesa nel letto...capite che la voglia di alzarsi e prenderla era pari a zero :D), alcuni titoli di suoi libri più conosciuti: "Lettera aperta", "Il filo di mezzogiorno", "L'arte della gioia", "L'università di Rebibbia"...
Girovagando un po' su internet ho trovato questa sua poesia, e ho deciso di condividerla qui nel mio personale "angolo" :)


NON SAPEVO
Non sapevo che il buio
non è nero
che il giorno
non è bianco
che la luce acceca
e il fermarsi è correre
ancora
di più


Ognuno avrà la sua interpretazione in merito, ma con quel "fermarsi è correre ancora di più" Goliarda, per me, ha voluto dire che non è vero che chi si ferma, rimane immobile nel proprio stato, o nel medesimo luogo. Ci si può fermare e correre con la fantasia, vivere attraverso di essa un'altra realtà...Perché fantasticare non vuol dire necessariamente uscire fuori dalla realtà, ma anche crearsene un'altra e cercare tutti i modi possibili per viverla.
Per la serie: chi si ferma è perduto?...Delle volte no. Chi si ferma, magari cerca solo un punto di vista diverso per affrontare le cose!




FONTE:
http://www.parliamoneinsieme.it/parliamoneinsieme.it/Non_sapevo.html

http://www.enciclopediadelledonne.it/

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