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sabato 24 marzo 2012

Un luogo di finestre

Ho sempre avuto una brutta considerazione degli ospedali, sono luoghi per lo più pieni di sofferenze, dove si concentrano troppe situazioni negative per i miei gusti. L'aria che si respira è satura di speranze che non potranno avere un lieto fine.
Gli ospedali sono come trincee di guerra, vi è una lotta continua tra malattie e persone malate. Domandarsi chi avrà la meglio, delle volte, può essere frustrante.
Quanti sguardi semi aperti al di sopra di verdi mascherine trasparenti che coprono il viso e aiutano a respirare? Tanti. Quanti lamenti di un dolore fisico che si deve solo sopportare? Tanti. Quanti sospiri carichi delle più grandi preghiere tra le persone che passano il tempo sedute accanto ai letti? Tanti.
Ero piccola quando venni ricoverata in ospedale, nella stanza a tenermi compagnia, oltre a mia mamma e alla Tv, c'era una finestra e la vita che scorreva "dentro". Quella finestra me la sono portata appresso per anni, e me la ritrovo, adesso, nella stessa posizione.



L'ospedale è un luogo di finestre. Portano i raggi del sole e infondono calore, portano l'azzurro del cielo che può allietare l'animo, portano le nuvole dalle mille forme, con le quali passare il tempo a giocare. Portano le luci della sera in lontananza: scia di grandi stelle, in terra, su cui abbandonare l'ultimo pensiero prima di dormire.
La negatività dell'ospedale io la combatto con le finestre. Non so se è una cosa molto normale, ma credo che ognuno si crei, a modo proprio, dei luoghi dove ricaricare le batterie, dove poter asciugare in santa pace il viso bagnato dalle lacrime.
Negli ospedali, l'unica cosa positiva che riesco a trovare è la possibilità di fare degli incontri significativi. Uno di questi per me è quello con il signor Serafino, un omino dal viso vispo e sorridente anche nei momenti difficili.
Non dimenticherò mai, il modo in cui mi diceva "scusa sai, signorina" ogni qualvolta mi chiedeva di aiutarlo a stendersi nel letto, a sistemarsi un po' il cuscino sotto la testa. Ci sono gesti, sorrisi e parole d'amore anche in ospedale. L'unico amore gratuito che forse si riceve nella vita, perché le persone che aiuti o le persone che ti aiutano poi alla fine non le incontrerai mai più nella vita.
E' meglio chiuderla qui, sento la commozione salirmi addosso mentre scrivo, mentre ricordo il letto ora vuoto del signor Serafino.
"Per fortuna abbiamo forze sovrannaturali per difenderci e proteggerci" canta Cassandra.
Per difenderci dagli attacchi di tristezza, per andare avanti sempre e comunque, per trovare un senso alle cose che accadono intorno...per vivere!

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