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mercoledì 15 febbraio 2012

Prima puntata del Festival (14 febbraio 2012) secondo noi :). Meno una....fiù

Questo post sarà a più voci, quindi prima di iniziare eccovi una piccola leggenda su chi ha commentato, per voi, la prima puntata del festival di sanremo 2012
ELVIRA: in rosso
ROBERTA (me medesima me): in giallo\arancio
Buon divertimento!!! (almeno speriamo ihihihih)



Dolcenera. quando l’ho ascoltata ho pensato “che brutta questa canzone”, invece non avevo ancora ascoltato le altre canzoni. Voto 6. Be si in effetti non era questa grande canzone. Il testo molto semplice, e la melodia abbastanza orecchiabile. È una di quelle canzoni che necessitano un secondo ascolto cmq


Bersani. Lo adoro, bellissimo il testo, la musica non mi ha colpito più di tanto, però carina. Non stava benissimo e si sentiva purtroppo. Voto 7,5 Oh povero Bersyyyy, l’influenza non ci voleva. In frac con le scarpe da calcio era un figurino :D Della canzone mi ha colpito il ritornello “Ci vuole molto coraggio a rotolare giù, in un contesto vigliacco che non si muove più”. Si sa che Bersani è un grande paroliere, solo per il testo io gli darei 8 come voto *_*


Noemi, anche qui la canzone non è il massimo, ma lei mi piace quindi nel complesso le do un bel 7 A me sembra di aver sentito la prima canzone di Fabrizio Moro..”pensa, prima di sparare pensa lalalala”, per come è strutturata. Inizio “basso”, seconda strofa dove viene fuori di più la voce. Carina nel complesso.


Renga, per carità è bravissimo, ma ogni volta che lo sento, mi scende la benda (mi viene sonno). La canzone discreta. Voto 6.L’inizio di questa canzone è stato abbastanza incerto. Lui che sudava e io dietro con lui :D…povero. Era meglio quando aveva i ricci XD


Civello, mi aspettavo di più, almeno vocalmente. La canzone non mi piace. Voto 4. Vocalmente a me, invece non è dispiaciuta, solo che ce l’hanno fatta passare come il fenomeno jazz sconosciuto in Italia, ma famoso all’estero, e io mi aspettavo una canzone jazz...va be, che io di questo genere non me ne intendo molto, ma non mi pare di averlo sentito nella canzoneXD Peccato.




Fornaciari, la canzone è carina, si sente lo stile di Van De Sfroos (che lo scorso anno, aveva una delle canzoni più belle). Lei è andata bene, però non mi fa impazzire. Voto 6,5 Nemmeno a me ha fatto impazzire. Ricordo “Yanez” e concordo con Elvi. Questa “Grande Mistero” non mi ha entusiasmato molto, sarà stato il modo della Fornaciari di cantarla (un pochetto fastidiosa come voce..la preferivo quando “piangeva il mondo”:D)


Emma. Lei ha una grande personalità. Ha fatto sicuramente una buona esibizione, ma la canzone lascia davvero a desiderare. Sia come testo, che musicalmente. Bocciato anche il look. Voto finale 5. Io sarò più buona rispetto ad Elvi, almeno sul look :D…Non era proprio malaccio, è che si ostina a venire un po’ troppo “scosciata”, ma nel complesso non era sgradevole. Il verde le sta bene


Marlene. Bella la canzone, sicuramente di un livello superiore alla media. Anche se non rientra nei miei gusti musicali, darei un bel 7. E un bel 7 lo do anche io. Onore al testo anche per loro “Se sai bene ciò che fai, la felicità sarà sempre raggiungibile. Se non sai quello che vuoi l’infelicità sarà sempre incomprensibile. Se davvero sai chi sei, la felicità sarà dentro di te” …Mi pisSCe!


Finardi. Bellissimo testo, ottima performance. Uno degli artisti migliori del festival, ma la canzone non mi ha fatto impazzire. Voto 7. Esatto non rientra nei miei gusti la sua canzone, almeno per il momento. Necessita di un secondo ascolto.


Gigi D’Alessio e Loredana Bertè. Non so se sono più delusa o meravigliata. Mi aspettavo tanto trash, invece la Bertè mi ha sorpreso positivamente, non ha fatto scenate e ha cantato bene (secondo alcuni era in play back). La canzone però non mi piace. D’Alessio non lo commento. Voto 4. La Bertè nettamente superiore a D’Alessio. Lui scompariva quando cantava vicino a lei. Era uno dei due influenzati del festival, ma se fosse stato in salute il risultato non sarebbe cambiato :D…La Bertè cmq sembrava che avesse un canotto al posto del viso O.o..


Nina Zilli, la mia preferita. Testo non originalissimo, ma lei ha una bellissima voce e l’ha resa molto più bella. Forse cantata da qualcun altro non mi sarebbe piaciuta. Voto 8. Bellissimo arrangiamento, si sente la mano di Vessy *_*…però, però, però..non so, c’è qualcosa che non mi ha convinto. Sarà stato il vestito :D…No scherzo, la devo riascoltare per poter esprimere un vero giudizio.


Pierdavide Carone e Lucio Dalla. Molto carina la canzone, ottima esibizione di Pier, che ha cantato molto bene e personalmente mi ha “emozionato”. Voto 8.Si sul “Nanìììì, Nanìììì, Nanìììì” è stato bellino :D Sembrava una canzone per un musical, che per altro…maaaaa molto molto carina, nn c’è che dire.


Arisa. Canzone completamente diverse dalle sue precedenti, non rientra nei miei gusti, però ha fatto un’ottima performance. Voto 7. Non male, si, ma se c’era o non c’era era la stessa cosa diciamo, come canzone :D…Magari nel corso delle serate cambierò idea.


Mattia Bazar. Non mi piacciono, lei canta bene (anche se sembrava la matrigna di Biancaneve), ma la canzone non mi dice proprio nulla. Voto 5.Ahahahahaha concordo sulla matrigna di Biancaneve, per via del collo del vestito ahahahahah. Diciamo che è la solita canzone, nulla di nuovo da ricordare.

La serata nel complesso è stata molto lenta e noiosa. La conduzione è stata come sempre pessima: Belen e Canalis, insufficienti. Papaleo invece molto bravo.  Io la vedo brutta per le prossime puntate. Caspio son 5, troppe, troppissime. Meno male che stasera ci sono i soliti idioti :D Certo qualche cantante internazionale lo potevano invitare tutte e 5 le serate. Papaleo sul monologo dei treni che si perdono perché non passano, mi ha anche un po’ commosso eh eh eh.


Celentano è un grande artista, un ottimo cantante…ma i suoi sermoni proprio non li reggo… Esatto, se volevo sentirmi la predica andavo in chiesa. La sua presenza era più consona da Floris su raitre. Ma io dico no, tu Celentano, un grande artista che hai fatto la storia della musica italiana, sei stato invitato in un contesto dove si dovrebbe parlare solo di musica (almeno a Sanremo) e che fai? Mi inizi a parlare di Famiglia Cristiana, di quello del Corriere della Sera..ma cosa c’entra? Capisco che vuoi sfruttare le poche occasioni che ti danno per apparire in tv e dire la tua, ma insomma. Eravamo a Sanremo, mica da Santoro!!! Dove si è visto mai che un cantante per esempio ai Grammy parla di Obama?...E’ una cosa che stona! La musica, le canzoni possono parlare dei problemi della società ecc..ma finchè si canta, tanto di cappello, è quando si iniziano a fare “lezioni” agli altri che la situazione diventa pesante, tanto da farti fare zapping con il telecomando. Ho apprezzato di più Luca e Paolo che almeno un sorriso te l’hanno fatto fare senza farti la morale.


I problemi tecnici, sono lo specchio dell’Italia, dove non c’è nulla che funzioni. Diceva bene Chiara, ieri sera su msn:“sfigatiiiiiiiiiiii” :D

Voto complessivo 3 (perché sono buona) Voto complessivo 4, per il testo della canzone di Bersani e quello dei Marlene (elvi non c’è nulla da fare, io son più buona di te :P)

FOTO - Cassandra De Rosa a Firenze - concerto live Zenigata, 11 febbraio 2012

In attesa del resoconto di Moni sulla serata (perché ci sarà il resoconto vero???*_*) guardiamoci insieme le foto della nostra fotografa preferita: ELISA :)))
"Chi vuole utilizzare le mie foto non può modificare, ritagliare o cancellare ogni riferimento all'autore, ed è pregato di mettere il mio nome...grazie!!!"




































*_*
Grazie Eli, come sempre bellissimi scatti! Da vera professionista!
Brava, brava, bravaaaaaaa



FONTE:
http://www.facebook.com/media/set/?set=a.3067817867748.135578.1632602479&type=3

martedì 14 febbraio 2012

Un sms al 45504: "SOStienilo anche tu"



Dall'11 al 20 febbraio, con un SMS al 45504 sostieni Parent Project onlus contro la distrofia muscolare di Duchenne e Becker.

Aiuta a regalare un futuro di qualità a tutti i bambini e ragazzi affetti da questa patologia

La distrofia Muscolare di Duchenne e Becker è una malattia genetica degenerativa dovuta all'assenza di una proteina detta Distrofina. E' la forma più grave tra le distrofie muscolari diffusa nei bambini perché si manifesta già intorno ai 2 - 3 anni di vita. La conseguenza clinica della distrofia di Duchenne/Becker è una progressiva diminuzione della forza muscolare con conseguente perdita delle abilità motorie. Questa patologia rara colpisce con un rischio statistico del 50% e viene trasmessa da donne sane portatrici del gene affetto. Di tutti i casi, il 30% non è ereditario ma dovuto ad una nuova mutazione. Attualmente non esiste una cura ma un trattamento multidisciplinare che permette di migliorare le condizioni generali e raddoppiare le aspettative di vita.

domenica 12 febbraio 2012

Ciò che è stato ignorato per molto tempo!

Ripassare un po' di storia non fa mai male, quindi mettetevi comodi e leggete.

Le foibe sono cavità carsiche di origine naturale con un ingresso a strapiombo. È in quelle voragini dell’Istria che fra il 1943 e il 1947 sono stati gettati, vivi e morti, quasi diecimila italiani.
La prima ondata di violenza esplose subito dopo la firma dell’armistizio dell’8 settembre 1943: in Istria e in Dalmazia i partigiani slavi si vendicarono contro i fascisti e gli italiani non comunisti. Torturarono, massacrarono e poi gettarono nelle foibe circa un migliaio di persone. Li consideravano “nemici del popolo”. Ma la violenza aumentò nella primavera del 1945, quando la Jugoslavia occupò Trieste, Gorizia e l’Istria. Le truppe del Maresciallo Tito si scatenarono contro gli italiani. A cadere dentro le foibe ci furono fascisti, cattolici, liberaldemocratici, socialisti, uomini di chiesa, donne, anziani e bambini.
La persecuzione proseguì fino alla primavera del 1947, fino a quando, cioè, venne fissato il confine fra l’Italia e la Jugoslavia.
L' Italia, dopo negoziazioni con gli alleati portate avanti per più di un anno, firmò il tratto di pace a Parigi nel febbraio del 1947. (Il 10 febbraio del '47 l'Italia cedette buona parte della Venezia Giulia alla Jugoslavia e Tenda e Briga alla Francia)
Considerata a tutti gli effetti come una nazione sconfitta, l'Italia, doveva impegnarsi a pagare riparazioni agli Stati che aveva attaccato: Russia, Grecia, Jugoslavia, Albania, Etiopia; e a ridurre la consistenza delle sue forze armate.
L'opinione pubblica seguì con notevole partecipazione le vicende relative ai nuovi confini nazionali: a ovest non subì mutilazioni di rilievo, a nord poté avvantaggiarsi della posizione di inferiorità dell'Austria per mantenere l'Alto Adige. I problemi più delicati si presentarono sul confine orientale, dove gli jugoslavi avevano occupato nel '45 buona parte della Venezia Giulia e rivendicando Trieste.
Questi problemi rappresentarono nel primo decennio postbellico la ferita più dolorosa fra quelle lasciate aperte dalla guerra.
Il contrasto tra italiani e slavi riesplose alla fine della guerra, nelle zone occupate dagli jugoslavi, con una serie di sanguinose vendette contro gli italiani, culminate nell'esecuzione di alcune di migliaia di persone, gettate nelle foibe (profonde fosse naturali del Carso). Un gran numero di giuliani e dalmati (fra i due e i trecentomila) furono costretti a riparare in Italia. Questi scapparono dal terrore, non avevano nulla, erano bocche da sfamare che non trovarono in Italia una grande accoglienza. La sinistra italiana li ignorò: non suscitava solidarietà chi stava fuggendo dalla Jugoslavia, da un paese comunista alleato dell’URSS, in cui si era realizzato il sogno del socialismo reale. La vicinanza ideologica con Tito era, del resto, la ragione per cui il PCI non affrontò il dramma, appena concluso, degli infoibati. Ma non fu solo il PCI a lasciar cadere l’argomento nel disinteresse. Come ricorda lo storico Giovanni Sabbatucci (autore, assieme a Vidotto del libro "Il mondo contemporaneo". Libro del mio esame di storia contemporanea), la stessa classe dirigente democristiana considerò i profughi dalmati “cittadini di serie B”, e non approfondì la tragedia delle foibe. I neofascisti, d’altra parte, non si mostrarono particolarmente propensi a raccontare cosa avvenne alla fine della seconda guerra mondiale nei territori istriani. Fra il 1943 e il 1945 quelle terre erano state sotto l’occupazione nazista, in pratica erano state annesse al Reich tedesco.
Per quasi cinquant’anni il silenzio della storiografia e della classe politica avvolse la vicenda degli italiani uccisi nelle foibe istriane. È una ferita ancora aperta perché, ricorda ancora Sabbatucci, "è stata ignorata per molto tempo”.
Da soli sette anni, il Parlamento italiano, dedica una giornata del ricordo ai morti nelle foibe: appunto il 10 febbraio.
« La Repubblica riconosce il 10 febbraio quale "Giorno del ricordo" al fine di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell'esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale. Nella giornata [...] sono previste iniziative per diffondere la conoscenza dei tragici eventi presso i giovani delle scuole di ogni ordine e grado. È altresì favorita, da parte di istituzioni ed enti, la realizzazione di studi, convegni, incontri e dibattiti in modo da conservare la memoria di quelle vicende. Tali iniziative sono, inoltre, volte a valorizzare il patrimonio culturale, storico, letterario e artistico degli italiani dell'Istria, di Fiume e delle coste dalmate, in particolare ponendo in rilievo il contributo degli stessi, negli anni trascorsi e negli anni presenti, allo sviluppo sociale e culturale del territorio della costa nord-orientale adriatica ed altresì a preservare le tradizioni delle comunità istriano-dalmate residenti nel territorio nazionale e all'estero. »
(legge 30 marzo 2004 n. 92)

Anche se sono passati due giorni dal 10 febbraio, mi sono sentita in dovere di parlarvi anche di questa "giornata della memoria".

La sua musica non morirà mai

Non c'è niente da fare. Quando muoiono delle persone si creano crateri profondi, vere e proprie voragini..Più esse sono state importanti, più il vuoto da loro lasciato pesa sul mondo.

Poche ore fa, la mia amica Eleonora mi manda questo messaggio sul cellulare:
"Svegliarmi con la notizia della morte di Whitney Houston mi ha messo addosso una tristezza unica. Mi dispiace troppo perché mi piaceva molto."

Mette tristezza si, perché è morta una parte importante della musica internazionale. E per chi ama la musica questa notizia è un vero e proprio shock!
(Uno shock che per quanto mi riguarda ha superato quello della morte di MJackson)
Pur disprezzando l'uso di droghe, adoravo Whitney, la sua voce, le sue canzoni..
Nel mio mp3 ci trovo "i will always love you"(chi non si è innamorato con questa canzone; quanti di noi l'hanno dedicata alla persona amata!), "i wanna dance with somebody"(e ti viene proprio voglia di ballare ascoltandola..ogni volta per me è così), "when you believe"(bellissimo duetto con Mariah Carey), "greatest of love" (di questa ne ho due versioni: quella originale e quella cantata da Cassandra *_*)..Ma quella che più mi piace in assoluto, quella che canto(va be, si fa per dire) a squarciagola è "It Isn't It Wasn't It Ain't Never Gonna Be" ..in duetto con un'altra "grande" della musica: Aretha Franklin.Stupenda!


Se ne può andare via la donna, ma l'artista rimarrà per sempre nelle emozioni che la sua voce ci ha regalato e ci regalerà ancora, perché la sua musica non morirà mai!!!





FONTE:
http://www.repubblica.it/spettacoli-e-cultura/2012/02/12/news/morta_whitney_huston-29737473/

mercoledì 1 febbraio 2012

L'angolo della poesia 16

Era il 21 luglio 2011 quando, in seconda serata su una delle reti Rai, ho sentito per la prima volta il nome di Goliarda Sapienza.
Ero in quel di Parma, a casa di mio fratello, e non riuscivo a prendere sonno.
Ho acceso la Tv..e facendo un po' di sano zapping mi sono poi ritrovata a seguire la sua storia, e ad appuntare sul cell, in mancanza della mia inseparabile agenda (era nella borsa appesa dietro la porta e io ero stesa nel letto...capite che la voglia di alzarsi e prenderla era pari a zero :D), alcuni titoli di suoi libri più conosciuti: "Lettera aperta", "Il filo di mezzogiorno", "L'arte della gioia", "L'università di Rebibbia"...
Girovagando un po' su internet ho trovato questa sua poesia, e ho deciso di condividerla qui nel mio personale "angolo" :)


NON SAPEVO
Non sapevo che il buio
non è nero
che il giorno
non è bianco
che la luce acceca
e il fermarsi è correre
ancora
di più


Ognuno avrà la sua interpretazione in merito, ma con quel "fermarsi è correre ancora di più" Goliarda, per me, ha voluto dire che non è vero che chi si ferma, rimane immobile nel proprio stato, o nel medesimo luogo. Ci si può fermare e correre con la fantasia, vivere attraverso di essa un'altra realtà...Perché fantasticare non vuol dire necessariamente uscire fuori dalla realtà, ma anche crearsene un'altra e cercare tutti i modi possibili per viverla.
Per la serie: chi si ferma è perduto?...Delle volte no. Chi si ferma, magari cerca solo un punto di vista diverso per affrontare le cose!




FONTE:
http://www.parliamoneinsieme.it/parliamoneinsieme.it/Non_sapevo.html

http://www.enciclopediadelledonne.it/
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