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venerdì 3 giugno 2011

2 giugno 1946

Oggi è 3 giugno, lo so, come mio solito alle cose arrivo sempre un pelino dopo..Ma l'importante, come si dice, è arrivarci no? ehehe

Bene, cominciamo.

Le condizioni in cui versava l'Italia alla fine della seconda guerra mondiale erano gravissime. Le industrie non erano state eccessivamente danneggiate, fu l'agricoltura a subire i colpi più duri. Ingenti furono i danni subiti dall'edilizia e dai trasporti. Molto elevata risultò l'inflazione.
La maggioranza della popolazione risentì della scarsità del cibo, delle abitazioni e dell'alta disoccupazione(quest'ultima non diminuisce maiXD)
Gravi erano i problemi d'ordine pubblico: difficoltà nella smobilitazione dei partigiani, occupazione delle terre, borsa nera, separatismo e banditismo in Sicilia ecc
Le forze politiche che si candidarono alla guida del paese all'indomani della liberazione furono, con poche varianti, le stesse della lotta politica tra la fine della prima guerra mondiale e l'avvento della dittatura.
Il ritorno alla dialettica democratica si accompagnò a una forte crescita della partecipazione politica: gli iscritti ai partiti più forti erano centinaia di migliaia, contro le decine di migliaia dell'età prefascista.
Era convinzione comune che il dopoguerra avrebbe visto in primo piano partiti organizzati su basi di massa, soprattutto quelli della sinistra operaia.
In brevissima..vi dico che i partiti presenti sulla scena in quel periodo erano:
il Psiup - Partito Socialista con Pietro Nenni leader; il Pc - Partito Comunista di Togliatti; la Dc - Democrazia Cristiana di De Gasperi; il Pli - Partito Liberale a cui aderirono personaggi illustri, Luigi Einaudi e Benedetto Croce; il Partito repubblicano; il Pda - Partito d'azione.
La destra vera e propria appariva politicamente fuori gioco nel clima del dopo-liberazione. Ma era ancora forte, soprattutto nel Mezzogiorno.
Era assente un movimento neofascista organizzato (solo nel dicembre del '46 si costituì il Msi, Movimento sociale italiano), per questo i gruppi di destra in parte andarono a ingrossare le file della Dc, in parte si raccolsero sotto le bandiere monarchiche e in parte contribuirono all'affermazione di un nuovo movimento: "L'Uomo qualunque" fondato dal commediografo Guglielmo Giannini nel novembre del '45.
La prima occasione di confronto tra i partiti dopo la liberazione si presentò al momento di scegliere il successore di Bonomi dimessosi in giugno per lasciare il posto a un governo più rappresentativo dell'Italia liberata.
(Ivanoe Bonomi, uomo politico italiano, fondatore della "Democrazia del lavoro", assieme ai rappresentanti di altri cinque partiti: Pc, Psiup, Dc, Pli, Pda, nei giorni successivi all'8 settembre '43, a Roma formò il Cln - Comitato di liberazione nazionale - Egli subentrò al generale Badoglio a capo del governo di unità nazionale, proposto da Togliatti non appena fece ritorno in Italia dall'Urss).
Dopo un lungo dibattito fra socialisti e democristiani, i partiti si trovarono d'accordo sul nome di Ferruccio Parri, anche se leader di una formazione minore come quella del Pda. Egli era investito di un grande prestigio personale in quanto fu uno dei capi militari della Resistenza.
Parri cercò di promuovere un processo di normalizzazione nel paese ancora sconvolto dagli strascichi della guerra. Annunciò inoltre una serie di provvedimenti volti a colpire con forti tasse le grandi imprese e a favorire la ripresa delle piccole e medie aziende.
Ma in questo modo Parri suscitò l'opposizione delle forze moderate, in particolare del Pli che nel novembre del '45 ritirò la fiducia al governo, determinandone la caduta.
La Dc riusciì allora a imporre la candidatura di De Gasperi.
Il nuovo governo si reggeva sempre sulla partecipazione di tutti i partiti del Cln, ma inaugurò una svolta in senso moderato destinata poi a rivelarsi irreversibile.
Il governo fissò al 2 giugno 1946 la data per le elezioni dell'Assemblea Costituente: le prime consultazioni libere dopo venticinque anni, e le prime in cui avevano diritto a votare anche le donne. In quello stesso giorno i cittadini sarebbero stati chiamati a decidere, mediante referendum, se mantenere in vita l'istituto monarchico o fare dell'Italia una repubblica.
Il 9 maggio, quando mancavano ormai poche settimane al voto, Vittorio Emanuele III tentò di risollevare le sorti della dinastia sabauda, abdicando in favore del figlio Umberto II, che dal giugno '44 aveva svolto la funzione di luogotenente del Regno. La mossa non ottenne gli effetti sperati. Nelle votazioni del 2 giugno, caratterizzate da un'affluenza senza precedenti nella storia delle elezioni libere in Italia (circa il 90% degli aventi diritto), la repubblica si affermò con un margine abbastanza netto. 12.700.00 voti contro i 10.700.000 per la monarchia. Il 13 giugno dopo la proclamazione ufficiale dei risultati, Umberto II partì in esilio in Portogallo.
Nelle elezioni per la Costituente, la Dc si affermò come il primo partito con il 35,2% dei voti, seguita a notevole distanza dal Psiup (20,7%) e subito dopo dal Pc (19%).
I risultati del 2 giuno, nel complesso, mostrarono che gli italiani avevano definitivamente voltato pagina rispetto all'esperienza fascista; che in materia di scelte istituzionali non si erano lasciati spaventare dalle minacce del "salto nel buio" dei monarchici; che nella stragrande maggioranza avevano dato fiducia ai partiti antifascisti. Quegli stessi risultati, però se analizzati regione per regione, rivelano che la vittoria repubblicana si reggeva tutta sul voto del Centro-Nord (mentre il Sud aveva dato una forte maggioranza alla monarchia)e che anche il voto politico si era distribuito in modo tutt'altro che omogeneo, con la sinistra nettamente maggioritaria nel Nord, ma debolissima nel Mezzogiorno.
Le spaccature ereditate dalla guerra e da tutta la storia del paese si riproposero nella nuova Italia democratica e ne resero più difficile il cammino.


Ditemi la verità...quanto vi piacciono i miei post sulla storia d'Italia????...:D
Forse si scende sotto lo zero, me ne rendo conto..maaaa..per "amor di patria"(???) e per "dovere di cronaca", non potevo fare finta di niente, anche se la lettura del libro di Pino Aprile, "Terroni - Tutto quello che è stato fatto perchè gli italiani del Sud diventassero meridionali" mi sta dando del filo da torcere.
Questo libro tratta del Risorgimento "subìto" dal meridione del paese, ha poco a che fare con il 2 giugno del '46..almeno in linea temporale, ma mi sta facendo riflettere sul significato della parola patria, su come si sia sviluppata questa Italia, che stiamo festeggiando con le varie ricorrenze (come quella di ieri), dal 1860 in poi(e in questo poi..è compreso anche il 2 giugno)Da studentessa ho sempre riversato sul Risorgimento italiano la mia personale ammirazione (è il secondo periodo storico, dopo il fascismo, che mi ha da sempre appassionato) e adesso devo dire che non so più cosa pensare.
E' il primo libro che mi sta davvero destabilizzando XD.. "Ma io, in che cacchio di paese vivo?..".."Qual è la vera storia dell'Italia?..Della mia terra, il Sud?"
Forse il giovane Mameli quando compose le parole di quello che poi diventò l'inno nazionale, non sapeva che per liberare il Sud, il Nord usò la violenza, e che violenza!!!
Liberare un popolo florido e autosufficente (almeno prima del 1860), qual era il Regno delle due Sicilie, per poi schiavizzarlo a proprio piacimento e renderlo povero.
Così è avvenuta veramente l'unificazione?
Sui libri di storia si parla si di disordini, di brigantaggio ma in termini molto ridotti.
Dei milioni di morti meridionali..a volte uccisi senza una reale colpa (se non quella di essere del Sud) non ne ho mai saputo niente! Fino ad ora!
Sapendo quello che so...con che spirito posso cantare (se ce ne sarà l'occasione).."Fratelli d'Italia.." adesso?..
Fratelli???...Maddechè?!!
Ognuno di noi almeno una volta nella vita deve rivedere il proprio modo di pensare, i proprio ideali, deve rimettere in discussione il proprio sapere.
Beh a me sta succedendo adesso.
E' un'agonia (non esagero)..per me, finire questo libro, ad ogni pagina il numero dei morti, il numero dei soprusi subiti da noi meridionali aumenta sempre di più..
Con gli anni si è preso a dogma il fatto che il Sud sia più povero, che ci siano più problemi ecc(senza sforzarsi nel cercare di risolverli) ..però leggere le varie cause, i vari perchè, nero su bianco, fa tutto un altro effetto.
Decisamente!!!

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