Ho sentito al telegiornale stamattina che tra 5 giorni iniziano gli esami di maturitàXD...
Non voglio andare con la mente a quel periodo, specialmente al momento dell'esame orale, l'ultima fatica! A quando cioè le budella si contorcevano dandoti segnali poco incoraggianti :D, a quando nella testa altro non avevi che il vuoto più totale. Un buco nero (ripassato qualche giorno prima per Geografia astronimica :D)...sembrava aver risucchiato ogni tuo minimo sapere. Se i professori esterni della commissione, ti domandano.."Come ti chiami?"..tu, in quell'istante, non sei nemmeno in grado di dire il tuo nome.
Dopo lo si ricorda come una cosetta da niente, l'esame di maturità. A quelli più piccoli di te vai dicendo "Suvvia, non è niente, vedrai"..BUGIAAAAAAAAAA ahahahahahah col senno di poi è tutto più facile, logico.
Ho due miei cugini che sono barricati in casa. La loro vita in questi giorni è: sveglia alle sei della mattina, colazione lampo, apertura dei libri..ripetizione "matta e disperatissima" :D..Pranzo, un'ora di riposo, riapertura dei libri e ripetizione ad oltranza. Non so se hanno le forze per cenare :D..
Poveri!
Tutto questo parlare di esami di maturità ecc...mi ha riportato alla mente molto volentieri però, la mia tesina interdisciplinare :)
Oggetto della tesina (ce l'ho davanti agli occhi XD)..è: "La Resistenza (1943-1945)"...Le opposizioni al regime, il CLN, l'8 settembre '43, i GAP e le SAP, la liberazione dell'italia...eeeeeeh!!!...A sfogliarne le pagine mi viene un groppo in gola, non so perchè. Comunque, accanto alla Resistenza ho approfondito un altro argomento: la scrittura davanti alla morte.
Per questo secondo argomento presi spunto da un libro che avevo (e che ho tuttora) a casa "Ultime lettere di condannati a morte e di deportati della resistenza 1943-1945" di Mimmo Franzinelli.
"[...]Anche se l'attuale società non ha nulla in comune con quella contro cui essi(i partigiani) si sono ribellati, gli ultimi scritti dei fucilati si rivolgono a noi: cosa abbiamo fatto del loro ideale di solidarietà? Che significato abbiamo dato alla loro morte?"
U.U...mi taccio!!!
In storia ci collegai come argomento la seconda guerra mondiale (ovvio), in italiano Ungaretti (anche se fu un interventista della prima guerra mondiale, cronologicamente più indietro rispetto alla Resistenza. Lo collegai al secondo argomento, quello della scrittura davanti alla morte, perchè egli scrisse molte poesie in trincea. Ha visto morire compagni, viveva con la paura di morire.), in filosofia Henri Bergson (che provò sulla propria pelle gli orrori delle leggi razziali e delle persecuzioni, in quanto ebreo)e infine in inglese James Joyce (romanziere che riprese, nelle sue opere, le intuizioni e le suggestione di Bergson sul centto di tempo).
Come si può notare, le materie scientifiche non le avevo proprio contemplate :D
Eppure stavo per prendermi una maturità scientifica...Dettagli!!!
Tutto ciò dove mi porta???
A una poesia di Trilussa del 31 gennaio 1915.
La conobbi grazie alla prof.ssa di italiano delle medie.
Visto che si è parlato di guerra e di morti(purtroppo)...
Fra cent'anni
Da qui a cent'anni, quanno
ritroveranno ner zappà la terra
li resti de li poveri sordati
morti ammazzati in guerra,
pensate un po' che montarozzo d'ossa,
che fricandò de teschi
scapperà fòra da la terra smossa!
Saranno eroi tedeschi,
francesci, russi, ingresi,
de tutti li paesi.
O gialla o rossa o nera,
ognuno avrà difesa una bandiera;
qualunque sia la patria, o brutta o bella,
sarà morto per quella.
Ma lì sotto, però, diventeranno
tutti compagni, senza
nessuna diferenza.
Nell'occhio vôto e fonno
nun ce sarà né l'odio né l'amore
pe' le cose der monno.
Ne la bocca scarnita
nun resterà che l'urtima risata
a la minchionatura de la vita.
E diranno fra loro: - Solo adesso
ciavemo per lo meno la speranza
de godesse la pace e l'uguajanza
che cianno predicato tanto spesso!
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