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sabato 8 ottobre 2011

L'angolo della poesia 10

Per questo "angolo" ho chiesto aiuto alle mie amiche letterate :D...Ero un pò a corto di idee sinceramente. Mi sono arrivati una valanga di messaggi ihihihih vedrò di sfruttarli per i prossimi post :)...
Comincio dalla poesia consigliata della mia amica Rossella :)


HO SCESO DANDOTI IL BRACCIO

Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale
e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino.
Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio.
Il mio dura tuttora, né più mi occorrono
le coincidenze, le prenotazioni,
le trappole, gli scorni di chi crede
che la realtà sia quella che si vede

Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio
non già perché con quattr’occhi forse si vede di più.
Con te le ho scese perché sapevo che di noi due
le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate,
erano le tue.



L'intramontabile Montale! Eh
(Mi ricorda l'esame di letteratura contemporanea...che bella fatica che è stata :D..)
Poesia questa, che fa parte della seconda serie della raccolta di poesie Satura. Serie chiamata Xenion II, dal termine latino Xenia "offerte votive per i defunti" o "doni ospitali".
A chi da il braccio, scendendo "almeno un milione di scale"?...Alla moglie Drusilla Tanzi, soprannominata Mosca, scomparsa nel 1963.
Montale ricorda la moglie in una dimensione di quotidianità, la ricorda nella sua miopia, nella sua saggezza. Era solito offrire alla moglie il braccio per scendere le scale, condividendo con lei le difficoltà quotidiane nel viaggio della vita. Rimasto solo ne terribilmente sente la mancanza.
Era Mosca a fargli da guida e le sue pupille offuscate erano le uniche a vedere: era lei, cioè, a cogliere con gli occhi dell'anima il senso profondo del reale. La miopia della moglie assume un significato particolare nel momento in cui il poeta sottolinea la propria stanchezza esistenziale: vivendo con lei, egli ha conquistato la capacità di vedere, non teme più gli inganni e gli insuccessi, e ora le preoccupazioni della vita gli appaiono trappole prive di significato. Attraverso la metafora del viaggio, Montale ribadisce la propria concezione dell'esistenza: la realtà non è quella che si vede con gli occhi e si percepisce con i sensi, fatta di impegni e casualità (coincidenze e prenotazioni), insidie e delusioni (trappole e scorni), ma è qualcosa che va al di là delle apparenze e resta misteriosa per l'uomo.

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