Dopo l’arresto di Mussolini (25 luglio 1943), il paese fu attraversato da un’incontenibile ondata di esultanza, ma il nuovo capo del governo, Pietro Badoglio, si affrettò a dichiarare che la guerra sarebbe continuata al fianco dell’alleato tedesco. Contemporaneamente, tuttavia, nell’assoluta segretezza, i rappresentanti italiani prendevano i primi contatti con gli alleati (USA) in vista di una pace separata, per poter uscire dal conflitto. Fino alla firma dell’armistizio, però, le maggiori città italiane vennero bombardate a tappeto dagli anglo-americani, e Hitler inviò in Italia, attraverso il Brennero, 10 divisioni tedesche.
L’armistizio venne firmato il 3 settembre 1943 a Cassibile in Sicilia, venne, però, reso pubblico solo cinque giorni dopo, cioè l’8 settembre. Il re fuggì a Brindisi; le forze anglo-americane sbarcarono a Taranto e a Salerno, liberando tutta l’Italia meridionale fino a Napoli, dove con 4 eroiche giornate di guerra, il popolo cacciò i tedeschi prima ancora dell’arrivo degli alleati. Quelle giornate furono uno dei momenti più drammatici della nostra storia. L’esercito italiano lasciato privo di istruzioni operative, non sapendo se considerare i tedeschi come alleati o come avversari, si disgregò rapidamente e non riuscì a opporre una valida resistenza contro le truppe del terzo Reich.
Tutti erano allo sbando, così molta gente, autonomamente, si raccolse sotto la guida di piccoli nuclei di militari antifascisti. Si trattava di volontari chiamati partigiani, che iniziarono una lotta nelle campagne, nelle città e sulle montagne. Mentre gli eserciti anglo-americani risalivano la penisola, le formazioni partigiane svolsero un’importante attività di sabotaggio dietro le linee tedesche. Ci furono eventi molto drammatici. L’esercito della resistenza non sapeva cosa fare: alcuni volevano continuare a combattere, altri deposero le armi diventando prigionieri di Hitler. Presso l’isola di Cefalonia, nello Ionio, 11.000 soldati non vollero arrendersi nonostante non avessero più i mezzi per affrontare il nemico. Erano pochi e persero tutti la vita. A queste azioni di sabotaggio i nazifascisti risposero con una spietata repressione, ricorrendo a esecuzioni sommarie, torture come avvenne a Marzabotto nel bolognese, dove nel settembre-ottobre 1944 i tedeschi massacrarono circa 1.800 civili senza distinzioni di sesso e di età. Tra le più feroci deve essere ricordata anche la strage delle fosse Ardeatine, vicino Roma, dove vennero uccisi 335 civili in risposta all’azione di un gruppo di partigiani che in Via Rasella aveva attaccato una colonna tedesca uccidendo 32 soldati.
Il 12 settembre del 1943 un commando tedesco di paracadutisti liberò Mussolini dalla prigionia. Mussolini s’impose nuovamente alla guida del partito ribattezzato Partito Fascista Repubblicano, e annunciò la nascita di un nuovo Stato fascista (il 23 settembre): la Repubblica Sociale Italiana (RSI), detta Repubblica di Salò, dalla località del lago di Garda dove ebbe sede la capitale. La RSI era, possiamo dire, uno stato “fantoccio” perché dipendeva in tutto e per tutto dal Reich tedesco.
Agli inizi del 1944, il fronte italiano si stabilizzò lungo la Linea Gustav, da Gaeta fino alla valle del Songro (poco più a sud di Pescara) e aveva nella zona di Montecassino uno dei principali punti di appoggio. Gli anglo-americani, diretti verso nord,non riuscivano a superare la Linea Gustav; presso Montecassino, infatti, ci fu uno scontro durissimo con i tedeschi. Gli anglo-americani, per superare la barriera Gustav, sbarcarono ad Anzio, vicino Roma, ma anche così facendo ottennero un nulla di fatto. Nelle regioni liberate dagli anglo-americani, il governo Badoglio si pose alla guida del Regno del Sud, con capitale Salerno, e, avendo nell’ottobre del ’43 dichiarato guerra alla Germania, ottenne dagli alleati la qualifica di cobelligerante. In Italia a quel punto si generò una guerra civile tra repubblichini e partigiani. I repubblichini erano i soldati della Repubblica Sociale Italiana di Mussolini, che nonostante il crollo del fascismo annunciato da Badoglio, continuarono ad appoggiare il Duce. Secondo i repubblichini il governo italiano, con la firma dell’armistizio, si era macchiato di un’onta terribile.
I partigiani avevano un’organizzazione che li guidava, il CLN, Comitato di Liberazione Nazionale, che inizialmente aveva sede a Roma, ed era guidato da Bonomi. Nel ’44 si tenne a Bari, un congresso dove i vari partiti antifascisti, diretti dal CLN, iniziarono a pensare a quello che sarebbe stato il destino italiano una volta cacciati definitivamente i tedeschi dal territorio. Secondo i liberal-moderati (cattolici e monarchici) Vittorio Emanuele III avrebbe dovuto abdicare in favore del figlio Umberto di Savoia, che a sua volta avrebbe dovuto cedere i poteri a un governo di rappresentanza antifascista. I rappresentanti della sinistra (Partito d’Azione fondato da Mazzini nel 1843, socialisti e comunisti), invece, assunsero una posizione critica nei confronti della monarchia e verso il governo Badoglio, del quale venne chiesta una sostituzione. La corrente moderata era quella prevalente. Il conflitto tra liberal-moderati e la sinistra fu inaspettatamente sbloccato nel marzo del 1944, dall’iniziativa del leader del Partito Comunista (PC) Palmiro Togliatti, che era rientrato dall’esilio durato 18 anni, in Russia. Togliatti decise di accantonare i contrasti istituzionali mettendo da parte il programma comunista e sostenendo la linea moderata. La “svolta di Salerno”, come venne chiamata la proposta di Togliatti, mirava ad ottenere, in cambio dell’appoggio al governo Badoglio, la legittimazione del Partito Comunista, la lotta antifascista e una particolare attenzione nei confronti delle popolazioni che avevano subito ingenti danni. In questo modo, accogliendo la proposta di Togliatti, il governo con l’appoggio della sinistra diventava più forte.
Il 24 aprile 1944 nasceva il secondo governo Badoglio, governo di Unità Nazionale in cui cioè confluirono tutti i rappresentanti del CLN. Vittorio Emanuele III si impegnò a trasmettere al figlio Umberto i poteri, una volta liberata Roma. Roma venne liberata il 4 giugno 1944 e, come concordato, Umberto assunse la Luogotenenza del Regno (almeno fino a quando un referendum popolare avrebbe poi deciso per la repubblica e non per la monarchia). Badoglio rassegnò le dimissioni e venne sostituito da Ivanoe Bonomi, alla presidenza del governo.
Dopo la liberazione di Roma, sia gli italiani che le forze alleate tentarono di raggiungere il nord Italia. Arrivati a Firenze, videro che la popolazione era già insorta grazie all'aiuto dei partigiani e si era già liberata del dominio tedesco. L’offensiva degli anglo-americani si arrestò a Firenze in quanto i tedeschi avevano creato una nuova linea difensiva, la linea Gotica, tra Rimini e La Spezia.
Nel 1944 l’Italia era praticamente divisa in due parti: l’Italia centro meridionale, liberata, e l’Italia settentrionale che ancora subiva i bombardamenti e le violenze dei tedeschi. I poteri del CLN al nord vennero assunti dal CLNAI, Comitato di Liberazione Nazionale dell’Alta Italia, con sede a Milano. Le forze partigiane poi costituirono il CVL, Corpo dei Volontari della Libertà, gestito da Ferruccio Parri e dal partigiano Luigi Longo.
Torniamo per un attimo indietro di un anno, per vedere cosa era successo nel resto dell’Europa. Nel 1943 Roosvelt, Churchill e Stalin si incontrarono nella Conferenza di Teheran per concordare la strategia alleata nel prosieguo della guerra. Gli anglo-americani si impegnarono ad aprire, con uno sbarco in Normandia, quel secondo fronte contro la Germania che da tempo Stalin sollecitava. Fu deciso che bisognava attaccare la Germania nella maniera più diretta, e cioè attaccandola in Francia. I tedeschi costituirono una linea difensiva, il Vallo Atlantico, però furono letteralmente travolti da 1 milione di soldati e da 300mila automezzi delle forze alleate durante il famoso sbarco in Normandia datato 6 giugno 1944. Nell’agosto sempre del ’44 un contingente americano sbarcò anche in Provenza. La Francia venne liberata, e vi si formò un governo provvisorio presieduto dal Generale Charles de Geulle. Nel 1944, l’Armata Rossa, riuscì a cacciare i tedeschi dal territorio dell’URSS. Stalin rioccupò la Polonia e l’Ungheria, liberandole dal nemico nazista. All’Unione Sovietica si arresero anche Bulgaria e Romania. Intanto la Jugoslavia venne liberata dalle truppe partigiane di Tito, un maresciallo comunista che venne nominato a capo di un governo provvisorio.
Anche se la forza degli alleati aveva infranto la resistenza dell’esercito tedesco, Hitler non volle cedere, neanche quando fu compiuto contro di lui un attentato da parte di un colonnello tedesco (ormai i militari non credevano più nella vittoria della Germania) di nome Klaus von Stauffenberg (cinematograficamente interpretato da Tom Cruise nel film Operazione Valchiria XD Lo avete visto vero?..ihihihih). Hitler, dopo tutti gli insuccessi militari, venne man mano abbandonato dai suoi stessi collaboratori. Bisogna dire che in Germania non tutti furono nazisti, si formò in quegli anni il Movimento della Rosa Bianca, costituito da giovani impegnati nella lotta contro il nazismo.
Nel febbraio del 1945, Roosvelt, Churchill e Stalin si riunirono nuovamente a Yalta, e raggiunsero un accordo sull’attacco finale ai danni della Germania. Le città tedesche furono sottoposte ad atroci bombardamenti; il 30 aprile, mentre i primi reparti sovietici entravano a Berlino, il dittatore tedesco si suicidò nel bunker della cancelleria assieme alla sua compagna. Il 7 maggio del 1945 venne firmata a Reims la resa incondizionata della Germania.
In Italia, il 21 Aprile 1945, l’esercito italiano assieme a quello delle forze alleate, riuscì a sfondare la linea Gotica e liberare insieme ai partigiani i territori dell’Italia settentrionale. La proclamazione della liberazione totale dell’Italia avvenne il 25 aprile. Il governo dell’Italia settentrionale venne assunto dal CLNAI che sarebbe rimasto in vita sino agli esiti referendari del Mussolini, il 27 aprile, cercò di fuggire su un camion di una colonna tedesca in ritirata, travestito da militare, ma venne riconosciuto e catturato dai partigiani presso Dongo, sul Lago di Como e fucilato il giorno dopo. Il suo corpo, assieme a quello della sua compagna, venne poi esposto in Piazzale Loreto. Il 30 aprile la Germania firmò la resa con L’Italia.
La fine della seconda guerra mondiale, però non coincise con la fine delle violenze. Non dimentichiamoci della storia di Trieste e delle Foibe, come anche delle due bombe atomiche sganciate dagli americani su Hiroshima e Nagasaki nell’agosto del 1945.
A conclusione di questo post, vi trascrivo una bellissima poesia che ho trovato in un volume a casa di mia nonna. Povero, aveva addosso tanta di quella polvere che ho sternutito per dieci minuti :D diciamo che l’ho salvato portandolo via con me...
Su i quaderni di scolaro
Su i miei banchi e gli alberi
Su la sabbia su la neve
Scrivo il tuo nome
Su ogni pagina che ho letto
Su ogni parola che è bianca
Sasso sangue carta o cenere
Scrivo il tuo nome
Su la giungla ed il deserto
Su i nidi su le ginestre
Su la eco dell’infanzia
Scrivo il tuo nome
Su i miracoli notturni
Sul pan bianco dei miei giorni
Le stagioni fidanzate
Scrivo il tuo nome
Su le piane e l’orizzonte
Su le ali degli uccelli
E il mulino delle ombre
Scrivo il tuo nome
Su ogni alito di aurora
Su le onde su le barche
Su la montagna demente
Scrivo il tuo nome
Sul vigore ritornato
Sul pericolo svanito
Su l’immemore speranza
Scrivo il tuo nome
E in virtù d’una parola
Ricomincio la mia vita
Sono nato per conoscerti
Per chiamarti
Libertà.
Di Paul Eluard
(Trad. di Franco Fortini)
ps. auguri a Denny Lodi, il ballerino vincitore di Amici 10, e auguri anche a mia mamma va...che oggi compie.....ops non si dice l'età di una signora XD...oibò
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